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SE FATE I BRAVI

SE FATE I BRAVI

2022100 min
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Genova 2001 , il sogno e la violenza.

Un diario del G8 di Genova 2001, fatto vent’anni dopo, raccontando al presente un passato interrotto.

19 – 21 luglio 2001. Erano i giorni di un vertice fra gli otto stati più potenti della terra: otto persone riunite a decidere il destino del pianeta, barricate dietro grate alte cinque metri e protette da migliaia di poliziotti. Ed i giorni in cui centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo sono andate a Genova per contestare pacificamente quel modello di sviluppo predatorio ed ingiusto, e proporne un altro.

A quel sogno ed a quella protesta rispose la più grave sospensione dei diritti democratici in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale.

La memoria è una cosa strana. Quella di Genova è una storia che è stata raccontata molte volte, ma il nostro paese non ci ha mai fatto i conti fino in fondo; come se fosse una storia da dimenticare. Anche moltissime delle memorie individuali sono interrotte; come una ferita sepolta, una frattura che ci si scorda di avere, ma che quando cambia il tempo si sente. E’ quello che è successo agli autori ed ai testimoni del film. Vent’anni dopo abbiamo sentito l’esigenza di raccontare.

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Commenti degli utenti

  1. Profile photo ofmanuelapicco@virgilio.it

    Manuela Picco

    Non avevo capito che il titolo fosse la parte iniziale di una frase e non avrei immaginato il contesto e il finale della frase. Grazie a chi ha ideato il film e a Evandro per continuare, nonostante tutto, a sperare l’insperabile.

    10,0 rating

    Non avevo capito che il titolo fosse la parte iniziale di una frase e non avrei immaginato il contesto e il finale della frase. Grazie a chi ha ideato il film e a Evandro per continuare, nonostante tutto, a sperare l’insperabile.

  2. Martina Baruffi

    Staccarsi dal proprio corpo perché la violenza fisica e psicologica si fa troppo difficile da sopportare. Frantumazione e anestetizzazione. Che male.

    10,0 rating

    Staccarsi dal proprio corpo perché la violenza fisica e psicologica si fa troppo difficile da sopportare. Frantumazione e anestetizzazione. Che male.

  3. ALDO ROMARO

    Per quanto rispettabili e interessanti le memorie individuali, alla fine del film ne esce una narrazione strana, come se decine di migliaia di persone non avessero consapevolezza di quello che andavano a fare, di quello che contestavano, di quello per cui lottavano, di chi avevano di fronte. Come se nei decenni precedenti non ci fossero state altre contestazioni dei vertici con scontri di piazza durissimi, come se la polizia italiana non avesse una storia di repressione feroce. L’assenza di memoria è perfettamente comprensibile nel resoconto dei protagonisti, ma non è corretto erigerla a chiave interpretativa di quello che successe a Genova. E per inciso a piazzale Kennedy il sabato ci sono state migliaia di persone che hanno fronteggiato la polizia che avanzava con i blindi a sei ruote permettendo alla maggior parte della manifestazione di continuare a defluire.

    1,0 rating

    Per quanto rispettabili e interessanti le memorie individuali, alla fine del film ne esce una narrazione strana, come se decine di migliaia di persone non avessero consapevolezza di quello che andavano a fare, di quello che contestavano, di quello per cui lottavano, di chi avevano di fronte. Come se nei decenni precedenti non ci fossero state altre contestazioni dei vertici con scontri di piazza durissimi, come se la polizia italiana non avesse una storia di repressione feroce. L’assenza di memoria è perfettamente comprensibile nel resoconto dei protagonisti, ma non è corretto erigerla a chiave interpretativa di quello che successe a Genova. E per inciso a piazzale Kennedy il sabato ci sono state migliaia di persone che hanno fronteggiato la polizia che avanzava con i blindi a sei ruote permettendo alla maggior parte della manifestazione di continuare a defluire.

    • Profile photo ofstefano

      stefano collizzolli

      Il film non pretende di rappresentare TUTTO quello che è stato Genova 2001. Sarebbe in generale impossibile per qualsiasi storia, ed in particolare per una storia complessa, polifonica ed in buona parte rimossa come quella del G8. Quindi ci sta ed è del tutto rispettabile che non convinca qualcuno, come non ha convinto te, e che stimoli l’esigenza di rendere pubblica una memoria diversa.

      Detto questo, dopo più di vent’anni da quei fatti, e dopo aver girato con il film in decine di incontri, io avverto come ancora più centrale di allora rivendicare l’importanza di quell'”ingenuità” di cui parla il protagonista, che è rimasta sepolta sotto una vergogna incongrua ed una disillusione appena meno incongrua, e che era non certo di tutte e tutti i partecipanti, ma sicuramente di alcune decine di migliaia oltre alle poche voci del film – di quelli che si affacciavano al movimento ed alla politica senza una storia ed un’esperienza di attivismo (e di repressione) alle spalle, e che dopo quella scottatura si sono rapidamente ritirati di nuovo.

      Il film non pretende di rappresentare TUTTO quello che è stato Genova 2001. Sarebbe in generale impossibile per qualsiasi storia, ed in particolare per una storia complessa, polifonica ed in buona parte rimossa come quella del G8. Quindi ci sta ed è del tutto rispettabile che non convinca qualcuno, come non ha convinto te, e che stimoli l’esigenza di rendere pubblica una memoria diversa.

      Detto questo, dopo più di vent’anni da quei fatti, e dopo aver girato con il film in decine di incontri, io avverto come ancora più centrale di allora rivendicare l’importanza di quell'”ingenuità” di cui parla il protagonista, che è rimasta sepolta sotto una vergogna incongrua ed una disillusione appena meno incongrua, e che era non certo di tutte e tutti i partecipanti, ma sicuramente di alcune decine di migliaia oltre alle poche voci del film – di quelli che si affacciavano al movimento ed alla politica senza una storia ed un’esperienza di attivismo (e di repressione) alle spalle, e che dopo quella scottatura si sono rapidamente ritirati di nuovo.

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