ROUGH CUT
Le vetrine dei negozi d’abbigliamento di Teheran attraggono gli occhi curiosi degli iraniani che si soffermano, indugiano davanti agli abiti esposti per imbattersi negli sguardi di grotteschi manichini, inquietanti riproduzioni di figure femminili divenute la metafora del corpo velato e mutilato, ridefinito secondo i dettami della legge. Negli anni Ottanta i manichini scomparvero dalle vetrine per ricomparire dopo la guerra Iran-Iraq, prima quelli maschili e poi quelli femminili, modificati dalle industrie produttrici in modo tale da minimizzare gli attributi femminili, quasi come un monito per le donne e la società iraniana. Un assurdo totem che dovrebbe perpetuare l’ordine sociale.
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Sergio Gibellini
Molto interessante.
Grazie per questo film e per il coraggio di trattare questi temi già quindici anni fa.
Sembra incredibile che il potere riesca ad imporre tali regole anacronistiche.
Sono ammirevoli le persone che dopo essere vissute all’estero ritornano comunque al proprio Paese di orgine.
Grazie a Firouseh Khosrovani ed a ZaLab
Molto interessante.
Grazie per questo film e per il coraggio di trattare questi temi già quindici anni fa.
Sembra incredibile che il potere riesca ad imporre tali regole anacronistiche.
Sono ammirevoli le persone che dopo essere vissute all’estero ritornano comunque al proprio Paese di orgine.
Grazie a Firouseh Khosrovani ed a ZaLab
Alice Lucci
Questo breve doc rivisto ora nel 2022, mentre in Iran le donne/le ragazze cominciano ad alzare la voce e la testa, fa capire che i movimenti, le rivolte, le rivoluzioni si costruiscono con un crescendo di elementi, maturano nel tempo e nei luoghi.
Bellissimo.
Questo breve doc rivisto ora nel 2022, mentre in Iran le donne/le ragazze cominciano ad alzare la voce e la testa, fa capire che i movimenti, le rivolte, le rivoluzioni si costruiscono con un crescendo di elementi, maturano nel tempo e nei luoghi.
Bellissimo.