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DOVE BISOGNA STARE

DOVE BISOGNA STARE

201898 min
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Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E’ ancora lì.

Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.

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Commenti degli utenti

  1. gibellini.sergio@gmail.com

    Molto bello! Grazie! Arrivederci! Sergio

    Molto bello! Grazie! Arrivederci! Sergio

  2. partecipa zalab

    Grazie caro Sergio. Ci fa piacere il tuo riscontro.
    Dove Bisogna Stare è un film che ha girato molto in tutta Italia creando discussioni e riflessioni durante i lunghi dibattiti.
    Ci fa piacere conoscere le tue: Qual è l’aspetto del film che ti ha colpito di più?

    Grazie caro Sergio. Ci fa piacere il tuo riscontro.
    Dove Bisogna Stare è un film che ha girato molto in tutta Italia creando discussioni e riflessioni durante i lunghi dibattiti.
    Ci fa piacere conoscere le tue: Qual è l’aspetto del film che ti ha colpito di più?

    • gibellini.sergio@gmail.com

      Mi è piaciuto entrare nelle diverse realtà con naturalezza, con l’impressione di essere presenti di persona e la spontaneità dei protagonisti. Sono favorevole ad una forma artistica impegnata come il vostro cinema. Apprezzo la fotografia e la tecnica. Apprezzo il fatto che lasciate parlare i protagonisti non professionisti e che non interrompiate la sequenza se una persona ha una titubanza o si commuove.
      Al momento ho visto con mia moglie “Paese Nostro” “Dove bisogna stare” e “I sogni del lago salato”, quest’ultimo anche con mia figlia e genero. Non possiedo smart tv ed uso un computer.
      Ho anche visto con piacere gli interessanti cortometraggi di fine corso disponibili nel sito di ZaLab.
      Nel mio piccolo, da dilettante autodidatta, sono passato dalla cinepresa super8, alla videocamera VHS, alla digitale partendo dalle immagini dei figli e della famiglia e dedicandomi i poi a documentare eventi culturali e musicali o intervistando alcune persone.
      Quindi apprezzo molto una forma artistica come la vostra che ha come scopo non solo “far cassetta” e naturalmente Vi invio i migliori auguri.
      Penso che ci terremo in contatto. Ho già informato alcuni conoscenti e amici del vostro progetto ZaLabb.
      Cari saluti
      Sergio
      (Lavagna – Genova)

      Mi è piaciuto entrare nelle diverse realtà con naturalezza, con l’impressione di essere presenti di persona e la spontaneità dei protagonisti. Sono favorevole ad una forma artistica impegnata come il vostro cinema. Apprezzo la fotografia e la tecnica. Apprezzo il fatto che lasciate parlare i protagonisti non professionisti e che non interrompiate la sequenza se una persona ha una titubanza o si commuove.
      Al momento ho visto con mia moglie “Paese Nostro” “Dove bisogna stare” e “I sogni del lago salato”, quest’ultimo anche con mia figlia e genero. Non possiedo smart tv ed uso un computer.
      Ho anche visto con piacere gli interessanti cortometraggi di fine corso disponibili nel sito di ZaLab.
      Nel mio piccolo, da dilettante autodidatta, sono passato dalla cinepresa super8, alla videocamera VHS, alla digitale partendo dalle immagini dei figli e della famiglia e dedicandomi i poi a documentare eventi culturali e musicali o intervistando alcune persone.
      Quindi apprezzo molto una forma artistica come la vostra che ha come scopo non solo “far cassetta” e naturalmente Vi invio i migliori auguri.
      Penso che ci terremo in contatto. Ho già informato alcuni conoscenti e amici del vostro progetto ZaLabb.
      Cari saluti
      Sergio
      (Lavagna – Genova)

      • Profile photo ofstefano

        stefano collizzolli

        Grazie Sergio. Per me, che solo l’autore del film e che ne ho seguito tutto il percorso assieme a Daniele Gaglianone, è molto prezioso sentire che il film risuona, e come. Mi pace soprattutto “l’impressione di essere presenti di persona”. Perché questo alla fine è il film documentario: fare incontrare persone che altrimenti non si incontrerebbero.

        Grazie Sergio. Per me, che solo l’autore del film e che ne ho seguito tutto il percorso assieme a Daniele Gaglianone, è molto prezioso sentire che il film risuona, e come. Mi pace soprattutto “l’impressione di essere presenti di persona”. Perché questo alla fine è il film documentario: fare incontrare persone che altrimenti non si incontrerebbero.

  3. Marina Morani

    Come avevo anticipato, ho amato e apprezzato infinatamente questo documentario. La scelta delle quattro protagoniste e rispettive esperienze, personalita’ e sguardi e’ davvero straordinaria. Mi ha emozionato dalle prime scene e poi ci sono momenti di particolare intensita’. Mi ha colpito molto il discorso di Eleonora sulla strumentalizzazione del volontario dentro la logica della lotta alla sopravvivenza del rifugiato. Il film riesce a esplorare le tante sfaccettature di un tema cosi complesso e doloroso senza paternalismi o luoghi comuni, e anzi a decostruirli. Ho anche amato molto i momenti di leggerezza e ironia da parte di tutte e quattro le protagoniste. Grazie per questo importante lavoro.

    Come avevo anticipato, ho amato e apprezzato infinatamente questo documentario. La scelta delle quattro protagoniste e rispettive esperienze, personalita’ e sguardi e’ davvero straordinaria. Mi ha emozionato dalle prime scene e poi ci sono momenti di particolare intensita’. Mi ha colpito molto il discorso di Eleonora sulla strumentalizzazione del volontario dentro la logica della lotta alla sopravvivenza del rifugiato. Il film riesce a esplorare le tante sfaccettature di un tema cosi complesso e doloroso senza paternalismi o luoghi comuni, e anzi a decostruirli. Ho anche amato molto i momenti di leggerezza e ironia da parte di tutte e quattro le protagoniste. Grazie per questo importante lavoro.

    • Marina Morani

      Intendevo *Lorena non Eleonora

      Intendevo *Lorena non Eleonora

      • Profile photo ofstefano

        stefano collizzolli

        Grazie Marina (soprattutto per la leggerezza e l’ironia che riconosci, ci tenevamo molto, e considerate le storie delle quattro protagoniste non era scontato riuscirci)

        Grazie Marina (soprattutto per la leggerezza e l’ironia che riconosci, ci tenevamo molto, e considerate le storie delle quattro protagoniste non era scontato riuscirci)

  4. raffaeleguarino.eu@gmail.com

    Nonostante sembri non ci sia alternativa al clima d’odio, viene da essere contenti di vivere in Italia quando si conoscono le storie di queste quattro donne o quando, settimana scorsa, gli artisti organizzano un evento a favore della causa kurda.
    Il documentario è proprio eloquente a partire dal titolo, stare dalla parte del’umanità non ha niente di buonista, la sceglie chi vuole affrontare davvero la complessità del reale

    Nonostante sembri non ci sia alternativa al clima d’odio, viene da essere contenti di vivere in Italia quando si conoscono le storie di queste quattro donne o quando, settimana scorsa, gli artisti organizzano un evento a favore della causa kurda.
    Il documentario è proprio eloquente a partire dal titolo, stare dalla parte del’umanità non ha niente di buonista, la sceglie chi vuole affrontare davvero la complessità del reale

  5. alberto pinato

    Mi piacciono i doc senza invadenze autorali (anche se è un paradosso). Niente punti di vista, niente di declamatorio. Parlano solo le immagini, le persone, così come sono. Questa è la grande abilità di alcuni documentaristi, una sorta di invisibilità della MdP che rende più vero il tutto, ben lungi dai servizi TV su diseredati e sfigati vari che sempre più ci ammorbano.
    Gaglianon è così, di lui avevo visto solo ‘Pietro’, un film a parer mio potente e coraggioso, che ho cercato finché non l’ho trovato e acquistato in DVD, cosa mai fatta prima in vita mia. Alberto

    Mi piacciono i doc senza invadenze autorali (anche se è un paradosso). Niente punti di vista, niente di declamatorio. Parlano solo le immagini, le persone, così come sono. Questa è la grande abilità di alcuni documentaristi, una sorta di invisibilità della MdP che rende più vero il tutto, ben lungi dai servizi TV su diseredati e sfigati vari che sempre più ci ammorbano.
    Gaglianon è così, di lui avevo visto solo ‘Pietro’, un film a parer mio potente e coraggioso, che ho cercato finché non l’ho trovato e acquistato in DVD, cosa mai fatta prima in vita mia. Alberto

    • alberto pinato

      Ovviamente il mio commento vale anche per Stefano che imperdonabilmente non ho citato. Scusate

      Ovviamente il mio commento vale anche per Stefano che imperdonabilmente non ho citato. Scusate

  6. Gianni Pat

    Bello e avvincente. Le quattro protagoniste appaiono, e penso lo siano, meravigliose. Risultano intelligenti, capaci e belle.
    Dopo questo, continuerò con la visione degli altri film con piacere.
    Gianni S.

    Bello e avvincente. Le quattro protagoniste appaiono, e penso lo siano, meravigliose. Risultano intelligenti, capaci e belle.
    Dopo questo, continuerò con la visione degli altri film con piacere.
    Gianni S.

    • Profile photo ofstefano

      stefano collizzolli

      Grazie Gianni. Le quattro protagoniste sono, in effetti, meravigliose 🙂
      Se vuoi restare in contatto, sulla pagina Facebook del film https://www.facebook.com/dovebisognastare cerchiamo anche di mantenerci aggiornati sulle loro attività attuali

      Grazie Gianni. Le quattro protagoniste sono, in effetti, meravigliose 🙂
      Se vuoi restare in contatto, sulla pagina Facebook del film https://www.facebook.com/dovebisognastare cerchiamo anche di mantenerci aggiornati sulle loro attività attuali

  7. GINO MARTELLA

    Grazie Daniele e grazie Stefano,
    non bisogna mai abituarsi a vedere e ascoltare queste storie. Non c’è peggior cosa dell’indifferenza.
    A questo punto non vedo l’ora di rivederlo in sala martedì 26 novembre a Sarzana, a chiusura della Rassegna Cinema di Comunità che abbiamo realizzato con l’amico regista Massimo Bondielli e la nostra Caravanserraglio.
    Ancora grazie
    Gino

    Grazie Daniele e grazie Stefano,
    non bisogna mai abituarsi a vedere e ascoltare queste storie. Non c’è peggior cosa dell’indifferenza.
    A questo punto non vedo l’ora di rivederlo in sala martedì 26 novembre a Sarzana, a chiusura della Rassegna Cinema di Comunità che abbiamo realizzato con l’amico regista Massimo Bondielli e la nostra Caravanserraglio.
    Ancora grazie
    Gino

  8. alberto pinato

    Ovviamente il mio commento vale anche per Stefano che imperdonabilmente non ho citato. Scusate

    Ovviamente il mio commento vale anche per Stefano che imperdonabilmente non ho citato. Scusate

  9. Daniele Gaglianone

    Buonasera, sono Daniele Gaglianone.
    sono pronto!

    Buonasera, sono Daniele Gaglianone.
    sono pronto!

    • Laura Fantini

      Buonasera Daniele, per prima cosa volevo dire che ho apprezzato molto la scelta asciutta e senza retorica con cui vengono mostrate le singole esperienze; singole ma che ho percepito ben accomunate da una volontà e uno spirito “abbastanza” simile.
      Ho virgolettato il termine abbastanza perché le 4 donne sono, appunto, abbastanza differenti l’una dall’altra… E anche in questo ho trovato il pregio e l’importanza del filmato. Infatti in questo modo ritengo sarà più semplice avvicinare persone, appunto “diverse” alla comprensione di queste tematiche su cui è abbastanza facile scivolare con differenti sensibilità.
      E mi è piaciuta anche la capacità di ognuna di quelle donne di saper anche a volte sorridere e fare autoironia sulle loro contraddizioni..Particolare che tu hai piacevolmente e con intelligenza evidenziato. Grazie
      Poi, se posso, una curiosità: quando si creano questi filmati capita che resti una qualche “scia” di contatto con i/le protagonisti? Immagino sia difficile (se uno dovesse restare in contatto con tutti/e i protagonisti dei propri filamati…!)
      Comunque ecco ho voluto chiedere.
      Un “Racconto” che stimola varie riflessioni e ci sarebbero…troppe domande…ma per ora basta così e ancora grazie

      Buonasera Daniele, per prima cosa volevo dire che ho apprezzato molto la scelta asciutta e senza retorica con cui vengono mostrate le singole esperienze; singole ma che ho percepito ben accomunate da una volontà e uno spirito “abbastanza” simile.
      Ho virgolettato il termine abbastanza perché le 4 donne sono, appunto, abbastanza differenti l’una dall’altra… E anche in questo ho trovato il pregio e l’importanza del filmato. Infatti in questo modo ritengo sarà più semplice avvicinare persone, appunto “diverse” alla comprensione di queste tematiche su cui è abbastanza facile scivolare con differenti sensibilità.
      E mi è piaciuta anche la capacità di ognuna di quelle donne di saper anche a volte sorridere e fare autoironia sulle loro contraddizioni..Particolare che tu hai piacevolmente e con intelligenza evidenziato. Grazie
      Poi, se posso, una curiosità: quando si creano questi filmati capita che resti una qualche “scia” di contatto con i/le protagonisti? Immagino sia difficile (se uno dovesse restare in contatto con tutti/e i protagonisti dei propri filamati…!)
      Comunque ecco ho voluto chiedere.
      Un “Racconto” che stimola varie riflessioni e ci sarebbero…troppe domande…ma per ora basta così e ancora grazie

  10. Daniele Gaglianone

    buonasera Laura, in effetti l’intenzione nel costruire il racconto è proprio quella di ritrarre non solo quattro persone che ovviamente hanno molte cose in comune ma anche caratteristiche proprie, percorsi personali e storie distinte: quello che il film cerca di fare è anche quello di descrivere e indagare un’attitudine verso al vita e il mondo che finisce per legare i quattro percorsi singoli. da un certo punto in poi i quattro ritratti si contaminano e le parole e silenzi dell’una scivolano sui volti dell’altra in un intrecciarsi sempre più forte.

    buonasera Laura, in effetti l’intenzione nel costruire il racconto è proprio quella di ritrarre non solo quattro persone che ovviamente hanno molte cose in comune ma anche caratteristiche proprie, percorsi personali e storie distinte: quello che il film cerca di fare è anche quello di descrivere e indagare un’attitudine verso al vita e il mondo che finisce per legare i quattro percorsi singoli. da un certo punto in poi i quattro ritratti si contaminano e le parole e silenzi dell’una scivolano sui volti dell’altra in un intrecciarsi sempre più forte.

    • Laura Fantini

      Esatto. Hai descritto esattamente con una..ovviamente maggiore competenza il mio sentire

      Esatto. Hai descritto esattamente con una..ovviamente maggiore competenza il mio sentire

  11. Daniele Gaglianone

    per quanto riguarda quella che chiami – con una bella espressione – scia, beh devo dire che con alcune di loro si è creato un rapporto che sopravvive oltre il film. anche perché in generale credo che anche per le 4 protagoniste questa del doc sia stata un’esperienza importante, un’occasione per confrontarsi più a fondo con ciò che fanno.

    per quanto riguarda quella che chiami – con una bella espressione – scia, beh devo dire che con alcune di loro si è creato un rapporto che sopravvive oltre il film. anche perché in generale credo che anche per le 4 protagoniste questa del doc sia stata un’esperienza importante, un’occasione per confrontarsi più a fondo con ciò che fanno.

    • Laura Fantini

      Mi fa piacere..E tralaltro non riesco proprio a non chiedermi (e mi capita altre volte, ma in particolare in questo caso dove tratti un tema così preziosamente sensibile..) come riusciate voi registi (e vi invidio..) a riprendere con la “presenza” di una cinepresa situazioni a volte decisamente personali nella loro quotidianità ed intimità. E in questo contesto lo trovo davvero speciale e sintomo di una apprezzabile sensibilità

      Mi fa piacere..E tralaltro non riesco proprio a non chiedermi (e mi capita altre volte, ma in particolare in questo caso dove tratti un tema così preziosamente sensibile..) come riusciate voi registi (e vi invidio..) a riprendere con la “presenza” di una cinepresa situazioni a volte decisamente personali nella loro quotidianità ed intimità. E in questo contesto lo trovo davvero speciale e sintomo di una apprezzabile sensibilità

  12. Daniele Gaglianone

    credo si debba far sentire alle persone (e le situazioni) che vuoi raccontare che sei sinceramente interessato alla loro vita e che tu sei lì per loro e non il contrario. spesso bisogna vivere nel paradosso di non dare troppa importanza alla “macchina” del film. forse lo dico in modo un po’ sbrigativo, ma per fare il film devi comportarti come se il film non esistesse. e cercare di trasmettere questa sensazione alle persone che stai raccontando

    credo si debba far sentire alle persone (e le situazioni) che vuoi raccontare che sei sinceramente interessato alla loro vita e che tu sei lì per loro e non il contrario. spesso bisogna vivere nel paradosso di non dare troppa importanza alla “macchina” del film. forse lo dico in modo un po’ sbrigativo, ma per fare il film devi comportarti come se il film non esistesse. e cercare di trasmettere questa sensazione alle persone che stai raccontando

    • Laura Fantini

      No non hai parlato in modo sbrigativo. Piuttosto mi ero già risposta che, per essere creativi, ad essere “sbrigativo” DEVE essere il paradosso da te sottolineato e, comunque, qualsiasi “contraddizione” ci si trovi ad affrontare (quanti esempi nel campo della fotografia..! ed anche, come sperimentato, esprimendosi solo con audio alla radio)

      Volevo anche dire che apprezzo il lavoro di ZaLab, ma mi viene da pensare che è pur sempre una “nicchia”…o no? Capisco comunque i problemi di ..produzione e distribuzione.., ma per esempio (non ho approfondito) questo tuo lavoro ha…incrociato altre strade?! E nelle scuole ancora niente?…

      No non hai parlato in modo sbrigativo. Piuttosto mi ero già risposta che, per essere creativi, ad essere “sbrigativo” DEVE essere il paradosso da te sottolineato e, comunque, qualsiasi “contraddizione” ci si trovi ad affrontare (quanti esempi nel campo della fotografia..! ed anche, come sperimentato, esprimendosi solo con audio alla radio)

      Volevo anche dire che apprezzo il lavoro di ZaLab, ma mi viene da pensare che è pur sempre una “nicchia”…o no? Capisco comunque i problemi di ..produzione e distribuzione.., ma per esempio (non ho approfondito) questo tuo lavoro ha…incrociato altre strade?! E nelle scuole ancora niente?…

  13. Daniele Gaglianone

    beh, devo dire che siamo tutti soddisfatti e anche un po’ sorpresi da come il doc sia stato accolto. non so dare dei numeri precisi ma ritengo che il doc abbia sinora fatto tra le 450/500 proiezioni in giro per l’italia. questo è un risultato ottimo per qualsiasi film ma per un doc distribuito in modo indipendente è come stare un mese in prima visone! non siamo certo una realtà main stream da box office ma l’esperienza di zalab dimostra che di spazi dove muoversi raccogliere e restituire energie ci sono. e sono spazi importanti non solo per il cinema

    beh, devo dire che siamo tutti soddisfatti e anche un po’ sorpresi da come il doc sia stato accolto. non so dare dei numeri precisi ma ritengo che il doc abbia sinora fatto tra le 450/500 proiezioni in giro per l’italia. questo è un risultato ottimo per qualsiasi film ma per un doc distribuito in modo indipendente è come stare un mese in prima visone! non siamo certo una realtà main stream da box office ma l’esperienza di zalab dimostra che di spazi dove muoversi raccogliere e restituire energie ci sono. e sono spazi importanti non solo per il cinema

  14. Laura Fantini

    Bene! È un doc che spero continui ad essere sempre più diffuso.
    Da parte mia spero di riuscire a vedere anche le tue altre produzioni, non sono riuscita ancora a vedere i tuoi film..
    Grazie per la pazienza e grazie anche a ZaLab per queste preziose opportunità.

    Bene! È un doc che spero continui ad essere sempre più diffuso.
    Da parte mia spero di riuscire a vedere anche le tue altre produzioni, non sono riuscita ancora a vedere i tuoi film..
    Grazie per la pazienza e grazie anche a ZaLab per queste preziose opportunità.

  15. Daniele Gaglianone

    grazie a te!
    passaparola mi raccomando!!

    grazie a te!
    passaparola mi raccomando!!

  16. Maurizio Cinti

    Gran bel prodotto, complimenti.
    La figura invisibile del cameraman è una costante perpetua che si muove con intimità tra gli eventi.
    Tecnicamente il film mi piace un sacco, la qualità delle immagini e dell’audio è ottima.
    La scelta di non edulcorare le immagini con brani musicali rende il prodotto ancora più terreno e concreto.
    Davvero ottimo, bravi a tutto lo staff!

    Gran bel prodotto, complimenti.
    La figura invisibile del cameraman è una costante perpetua che si muove con intimità tra gli eventi.
    Tecnicamente il film mi piace un sacco, la qualità delle immagini e dell’audio è ottima.
    La scelta di non edulcorare le immagini con brani musicali rende il prodotto ancora più terreno e concreto.
    Davvero ottimo, bravi a tutto lo staff!

  17. Carla Schiavon

    Mi sono emozionata a seguire le storie di Giorgia, Elena, Jessica e soprattutto Lorena.

    10,0 rating

    Mi sono emozionata a seguire le storie di Giorgia, Elena, Jessica e soprattutto Lorena.

  18. SILVIA CAPPELLI

    L’irresistibile impulso di prendersi cura. Bel film e per fortuna anche con un buon ritmo rispetto ad altri documentari di questo genere

    8,0 rating

    L’irresistibile impulso di prendersi cura. Bel film e per fortuna anche con un buon ritmo rispetto ad altri documentari di questo genere

    • Profile photo ofstefano

      stefano collizzolli

      Grazie 🙂

      Grazie 🙂

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