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COME UN UOMO SULLA TERRA

COME UN UOMO SULLA TERRA

200860 min,
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“Come un uomo sulla terra”  raccoglie  la voce diretta dei migranti africani sulle modalità in cui la Libia ha operato il controllo dei flussi migratori dall’Africa, per conto e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.

Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia e di provare a rompere un incomprensibile silenzio: Come un uomo sulla terra è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.

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Commenti degli utenti

  1. Sergio Gibellini

    Un importante documentario di grande valore. Belli immagini, montaggio, musica. Ringraziamenti per questi lavori di impegno sociale ed umano.

    10,0 rating

    Un importante documentario di grande valore. Belli immagini, montaggio, musica. Ringraziamenti per questi lavori di impegno sociale ed umano.

  2. Yuri La

    Un film che racconta alcune storie personali in quel contesto insopportabile di sopraffazione nei confronti dei migranti che vorrebbero raggiungere la Libia per poi intraprendere la via verso l’Europa. Quello che fa più male, a molti anni passati dalla produzione, è la consapevolezza di ciò che non si è fatto al di là delle retoriche intenzioni ( o di ciò che si è continuato a tollerare, da Sud a Est, via mare e via terra, con la complicità di istituzioni nazionali e sovranazionali). Raccontarsi porta sempre con sè l’intento di autodeterminarsi: è il valore sociale di questi progetti. Potrebbero anche volersele dimenticare loro esperienze di viaggio, tanto sono state dolorose, eppure..

    10,0 rating

    Un film che racconta alcune storie personali in quel contesto insopportabile di sopraffazione nei confronti dei migranti che vorrebbero raggiungere la Libia per poi intraprendere la via verso l’Europa. Quello che fa più male, a molti anni passati dalla produzione, è la consapevolezza di ciò che non si è fatto al di là delle retoriche intenzioni ( o di ciò che si è continuato a tollerare, da Sud a Est, via mare e via terra, con la complicità di istituzioni nazionali e sovranazionali). Raccontarsi porta sempre con sè l’intento di autodeterminarsi: è il valore sociale di questi progetti. Potrebbero anche volersele dimenticare loro esperienze di viaggio, tanto sono state dolorose, eppure..

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